Mettere il piccolo in culla “assonnato ma sveglio” è un buon consiglio?
Da sempre, uno dei consigli più frequenti per aiutare i neonati a dormire nel proprio ambiente sonno è stato quello di metterli in culla “assonnati ma svegli”. Ed effettivamente, in alcuni casi, questo metodo funziona. Tuttavia, nella mia esperienza, si tratta di una strategia destinata a perdere efficacia una volta che il bambino avrà superato i primi mesi di vita e sarà diventato più consapevole da un punto di vista cognitivo.
Infatti, dopo il quarto mese, mettere un bimbo a nanna in una condizione in cui si sia già parzialmente addormentamento significa lasciare che dipenda da un supporto esterno per trovare il sonno.
Il sonno è paragonabile a un viaggio: dobbiamo andare da punto di partenza A in cui siamo completamente svegli a un punto di arrivo B in cui siamo profondamente addormentati. E il genitore, quando supporta il proprio bimbo durante l’addormentamento, diventa un vero e proprio “chauffeur”. Ogni volta che si verificheranno risvegli fisiologici nel transito da un ciclo di sonno all’altro durante la notte, il piccolo si aspetterà che gli venga offerto un passaggio per arrivare nuovamente al punto B.
Superati i primi mesi, l’obiettivo dovrebbe diventare quello di aiutare il bambino ad acquisire competenze autonome per l’addormentamento così che possa poi utilizzare queste capacità per ri-addormentarsi e dormire in modo continuativo.
So che potrebbe sembrarti di chiedere troppo al tuo bambino ma, se ci pensi bene, farlo crescere significa lasciargli lo spazio necessario per l’acquisizione e il consolidamento delle sue abilità individuali. E dormire in modo sano e regolare è – a tutti gli effetti – una competenza che si può acquisire.
Il primissimo passo per aiutare tuo figlio ad addormentarsi in modo sereno e indipendente consiste proprio nell’assicurarti che sia completamente sveglio quando lo metti a nanna. Infatti, anche se non appare addormentato, un bimbo assonnato potrebbe già essere entrato in una fase preliminare del sonno. Ecco qualche elemento a cui prestare attenzione per evitare che questo accada:
- Sguardo perso nel vuoto – Se noti che il tuo bimbo ha lo sguardo perso nuovo, questo potrebbe essere un segno di assopimento. Parla con lui, fagli un po’ di solletico e – se lo stai allattando – interrompi la poppata per invitarlo a riattivarsi.
- Battito continuo delle ciglia – Assicurati che abbia lo sguardo vispo e che non stia battendo le ciglia di frequente. Parla con lui, canta una canzone o fagli un leggero solletico.
- Occhi chiusi durante la poppata – Nonostante questo sia tipico dei bimbi allattati al seno, può essere un segno di addormentamento avviato. Assicurati che la suzione sia attiva e che il piccolo sia completamente sveglio.
Ricorda che per ogni cambiamento introdotto nelle abitudini del tuo bambino, è totalmente normale che – inizialmente – instauri una protesta ma questo si deve soltanto a una momentanea difficoltà percepita nei confronti di una situazione nuova. Ben presto, se saprai accompagnarlo con serenità mentre acquisisce e perfeziona le proprie strategie, sarà in grado di compiere il viaggio verso il sonno in autonomia e di dormire tutta la notte.
– Sara