Le principali cause di regressione del sonno nei bambini piccoli e in età prescolare

The most common sleep challenges in toddlers and preschoolers

Mi capita spesso di parlare con genitori di bambini dai 2 ai 6 anni preoccupati per il fatto che il loro piccolo, che un tempo dormiva benissimo, ora fatica a prendere sonno e tende a svegliarsi spesso di notte. È ben documentato che i bambini piccoli o in età prescolare possono sperimentare un ritorno a precedenti difficoltà sul fronte sonno, dopo mesi o anni in cui hanno riposato in modo sereno e regolare. Infatti, secondo uno studio pubblicato nella rivista Sleep Medicine Reviews, comportamenti come ritardare l’ora di andare a letto, ricercare maggiore attenzione e svegliarsi durante la notte sono comuni nei bambini di questa età quando affermano la loro crescente indipendenza (Mindell et al., 2006). Queste fasi tendono a mandare in allarme i genitori che temono, giustamente, il rischio di tornare a notti insonni. Tuttavia, spesso è sufficiente impegnarsi a comprendere i principali fattori coinvolti per gestire queste “turbolenze” con meno difficoltà.

Perché si presentano le regressioni del sonno?

La ricerca indica che, con la crescita, i bambini iniziano a testare i confini più frequentemente. Questo è perfettamente normale e riflette le loro aumentate capacità cognitive, insieme alle tappe dello sviluppo che spesso si accompagnano a una maggiore indipendenza e consapevolezza emotiva.

Tappe dello sviluppo: dai 2 ai 6 anni, i bambini raggiungono importanti traguardi legati allo sviluppo del linguaggio, alla crescita cognitiva e a un aumentato senso di autonomia. Questi sviluppi entusiasmanti possono mandare in tilt le sane abitudini del sonno precedentemente consolidate. Il fatto che il bambino diventi più consapevole e curioso può portare a una resistenza nei confronti della messa a nanna e alla necessità di allungare le finestre di veglia.

Ricerca di attenzione: un bambino che abbia recentemente iniziato la scuola dell’infanzia o a cui sia nato un fratellino o una sorellina potrebbe richiedere più attenzione, specialmente nelle ore serali. Questo bisogno aumentato di connessione emotiva profonda con il caregiver può rendere più difficile il rilassamento e determinare un atteggiamento di sfida prima della messa a nanna.

Maggiore indipendenza: è del tutto naturale che bambini di questa età vogliano affermare la propria indipendenza. Questo può portare a battaglie notturne e al rifiuto di svolgere i semplici step che compongono la routine della buonanotte. Possono esserci capricci serali impegnativi da gestire, sia per i genitori che per i bambini.

Transizione al letto aperto: se il bambino è passato da una culla a un letto singolo o montessoriano, questa nuova libertà può evocare tanto entusiasmo quanta ansia. Molti bambini si trovano ad avere risvegli notturni più frequenti mentre esplorano questa nuova indipendenza.

Paure notturne: con l’inizio dell’età prescolare e lo svilupparsi della loro immaginazione, molti bambini iniziano a lamentare paura del buio e ad avere i primi incubi. Queste paure possono comportare ansia nei confronti della messa a letto e ai frequenti risvegli notturni.

Modelli genitoriali incoerenti: se le routine familiari e la risposta dei genitori ai risvegli notturni sono diventate incoerenti, questo può portare a un peggioramento delle abitudini del sonno del bambino. La coerenza è fondamentale per mantenere stabili i progressi raggiunti sul fronte sonno e favorire un senso di sicurezza.

Malattia: il disagio fisico dovuto a malattie può temporaneamente interrompere il sonno, causando risvegli più frequenti durante la notte.


Poca o troppa stanchezza: trovare il giusto equilibrio con i pisolini e l’ora della nanna serale è essenziale. Un bambino che sia eccessivamente stanco per la mancanza di sonno durante il giorno o troppo riposato a causa di pisolini troppo lunghi potrà avere difficoltà ad addormentarsi la sera. È fondamentale che la pressione di sonno sia ideale.

Cambiamenti ambientali: un trasloco o la temporanea separazione dai genitori, ad esempio per viaggi di lavoro o altre necessità, possono causare ansia e interferire con la qualità di sonno del bambino.

Dieta e nutrizione: l’eccessiva assunzione di zucchero o di cibi che contengono caffeina può influire sulla qualità del sonno e portare a un’eccessiva eccitazione serale e a risvegli notturni frequenti.

Mancanza di attività fisica: una ridotta attività fisica durante il giorno può portare a un eccesso di energia che esplode prima di andare a letto. Al tempo stesso, giochi troppo stimolanti poco prima di dormire possono rendere più difficili il rilassamento e l’addormentamento.

Esposizione agli schermi: se i bambini trascorrono molto tempo davanti a uno schermo, specialmente prima di andare a letto, questo può impattare negativamente sulla loro capacità di addormentarsi e rimanere addormentati. Infatti, contenuti troppo stimolanti e la luce blu emessa da questi dispositivi possono, rispettivamente, compromettere la fase di rilassamento pre-nanna e abbassare i livelli di melatonina.

Comprendere la causa reale di una regressione del sonno è il primo passo per aiutare voi genitori e i vostri piccoli a superare queste sfide con facilità. Mantenendo una routine coerente, rispondendo agli risvegli notturni in modo ponderato e assicurando abitudini salutari durante il giorno, riuscirete a evitare che queste temporanee fasi dello sviluppo possano determinare vere e proprie battute d’arresto. Con pazienza e impegno, potrete aiutare i vostri bambini a mantenere abitudini di sonno sane di cui potranno beneficiare negli anni a venire. E, se avete bisogno di supporto, potete contattarci prenotando una videochiamata valutativa gratuita o scriverci una email. Insieme, possiamo assicurarci che tutti in famiglia godano del sonno ristoratore di cui necessitano!

– Sara

You may also like

Quando dire addio al biberon

Quando dire addio al biberon

Come consulente del sonno infantile, mi viene spesso chiesto quale sia il momento migliore per passare dal biberon alla tazza. Si tratta di un importante

Co-sleeping: sì o no?

Co-sleeping: sì o no?

Avendo lavorato con centinaia di genitori ed essendo mamma a mia volta, so bene che condividere la stanza