Le pratiche di sleep training possono avere un effetto negativo sull’attaccamento genitore-bambino?

Le pratiche di sleep training possono avere un effetto negativo sull’attaccamento genitore-bambino?

Facciamo subito chiarezza. L’attaccamento sicuro e l’attachment parenting non sono la stessa cosa.

H. Rudolph Schaffer, Professore Emerito di psicologia dello sviluppo presso la University of Strathclyde (Glasgow), definisce il legame di attaccamento come con una relazione di lunga durata, emotivamente significativa, con una persona specifica. Se il caregiver primario si rende disponibile e risponde in modo soddisfacente ai bisogni del bambino, si instaura un attaccamento di tipo sicuro.

La teoria dell’attachment parenting elaborata da Drs. Martha e William Sears, invece, consiste in un approccio genitoriale che enfatizza l’importanza del babywearing, della condivisione del letto, dell’allattamento al seno a richiesta e della risposta immediata al pianto del bambino. E, nello specifico, questa teoria non è mai stata scientificamente correlata a un risultato di attaccamento di tipo sicuro da parte del bambino.

Tuttavia, è facile capire come un genitore non consapevole della distinzione fra teoria dell’attaccamento e attachment parenting possa giungere alla conclusione che insegnare al proprio bambino a dormire in modo indipendente possa danneggiare il loro attaccamento.

Ci tengo quindi a ribadire ancora una volta che la teoria dell’attaccamento e il modello dell’attachment parenting non sono in alcun modo collegate.

I bambini con un attaccamento sicuro sviluppano una forte connessione emotiva con il loro caregiver e una sensazione di sicurezza in sua presenza. Tendono a preoccuparsi quando vedono che il caregiver si allontana ma rispondono positivamente quando torna.

L’attaccamento insicuro, al contrario, è caratterizzato da una mancanza di fiducia nei confronti del caregiver, presumibilmente a causa di precedenti risposte negative a manifestazioni di angoscia o preoccupazione da parte del bambino.

Quando incontro una famiglia per la prima volta durante la nostra chiamata conoscitiva, sono sempre onesta sul fatto che anche i metodi più dolci di accompagnamento al sonno possono comportare pianto e protesta da parte del bambino. E capisco perfettamente quanto possa essere difficile sentire il proprio bambino di piangere, anche se il genitore è accanto a lui per offrire conforto e supporto.

Magda Gerber, educatrice della prima infanzia di fama mondiale, ritiene che – in una situazione di difficoltà – un genitore ansioso o preoccupato opterà per la strategia che porta una soluzione più rapida, come offrire il seno o il biberon. Il bambino spesso si calma e si addormenta in questo modo. Tuttavia, se il bisogno del bambino è un altro (ad esempio sta piangendo perché è stanco o perché ha mal di pancia), imparerà ad aspettarsi di essere allattato in risposta a questi altri bisogni che nulla c’entrano con la necessità di nutrimento.

Vi incoraggio pienamente a rispondere al pianto del vostro bambino, se e quando si manifesta, per assicurarvi che i suoi bisogni fisici, emotivi e cognitivi siano soddisfatti. E, se lavoreremo insieme, ci accerteremo che l’unico motivo per cui piange sia perché non sa ancora come addormentarsi in modo autonomo. Voi sarete accanto a lui per sostenerlo e incoraggiarlo mentre apprende questa nuova competenza.

L’attaccamento sicuro è il prodotto di una genitorialità coerente e affidabile e di una rassicurazione amorevole. Tutti i metodi e le strategie che insegno alle famiglie con cui lavoro sono perfettamente in linea con questo concetto e comprovati scientificamente.

Per concludere, intraprendere un percorso di sleep training non prevede controindicazioni in un ambiente familiare amorevole e può addirittura promuovere un attaccamento sicuro. Può, inoltre, aiutare i genitori a meglio comprendere le esigenze dei propri bambini.

– Sara

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