Gli Effetti Positivi dell’Intervento del Papà sul Sonno del Bambino

Gli Effetti Positivi dell’Intervento del Papà sul Sonno del Bambino

Credo di non conoscere genitore che non si sia rivolto a Google per cercare una risposta alla domanda secolare: “Come posso aiutare il mio bambino a dormire meglio di notte?”.

Sebbene vi siano vari espedienti per far dormire un neonato più a lungo, quello che spesso non viene preso in considerazione è chi dovrebbe occuparsi del bambino durante le ore diurne e quelle notturne e se questo può avere un impatto sul suo sonno.

So bene che ogni dinamica familiare è unica e diversa e non intendo – nel modo più assoluto – generalizzare. Tuttavia, storicamente, la responsabilità della cura notturna dei bambini è ricaduta sulla mamma. In parte a causa del fatto che, se sta allattando al seno, nessuno può sostituirla.
In altri casi, invece, sono le madri stesse a dirci che non possono chiedere ai loro partner di gestire i risvegli notturni perché, lavorando, hanno bisogno di dormire regolarmente. Ma questa argomentazione è assolutamente inaccettabile, perché anche le mamme che rimangono a casa hanno un lavoro – e si tratta di un lavoro fondamentale!
Devono prendersi cura, nutrire e intrattenere il loro piccolo tutto il giorno. E la privazione di sonno può ostacolare la loro capacità di farlo arrivando addirittura a rappresentare un rischio per la vita del bambino: basti pensare a una mamma che si addormenta mentre tiene il bambino in braccio su una sedia a dondolo, o che – non essendo vigile – non è in grado di prevenire un incidente.

E c’è di più: vari studi hanno dimostrato l’esistenza di un legame stretto fra la privazione di sonno e la depressione post-partum.

Ritengo quindi che fare in modo che tutti i componenti della famiglia dormano a sufficienza sia estremamente importante e che ciò richieda il coinvolgimento di entrambi i genitori.

Grazie alla mia esperienza di consulente pediatrica del sonno e lavorando quotidianamente con neogenitori, ho potuto notare qualcosa di interessante: se il padre è coinvolto nella gestione del bambino durante la notte, le cose tendono ad andare più lisce quando si affronta un percorso di sleep training.

In genere, anche se non sempre, i papà si rivelano meno emotivamente coinvolti e – proprio per questo – capaci di aiutare l’intera famiglia a rimanere coerente nel seguire il piano del sonno da me predisposto. Inoltre, quando mamma e papà fanno gioco di squadra, entrambi i genitori si sentono più sicuri e, forti del supporto reciproco, hanno la percezione di stare facendo esattamente quello che è meglio per il proprio bambino.

Avendo notato una certa regolarità in questo fenomeno, ho voluto cercare prove per supportare la mia ipotesi e le ho trovate in una ricerca pubblicata dall’ Italian Journal of Pediatrics. L’articolo, infatti, dimostra che quando il papà è maggiormente coinvolto nella cura del bambino quest’ultimo tende a svegliarsi meno spesso durante la notte.

Si tratta di una scoperta piuttosto importante circa un argomento tanto dibattuto da non farci dormire (letteralmente!). Voglio quindi analizzare insieme a voi l’articolo in questione e condividerne le scoperte.

Per chi di voi avesse piacere di leggere l’intero articolo, troverete il link in fondo a questa pagina!

Ma ora, senza ulteriori attese, cerchiamo di capire insieme perché il coinvolgimento di entrambi i genitori nella gestione del sonno del bambino può avere un impatto positivo.

Il ruolo paterno nell’accudimento del bambino

Il livello di coinvolgimento paterno nell’accudimento dei figli è influenzato da vari fattori, come le norme, le ideologie e le aspettative culturali. Ma negli ultimi 30 anni, è aumentato in modo significativo (1).

In alcuni casi, il papà si assume la maggior parte dei doveri domestici restando a casa mentre la mamma lavora a tempo pieno. In altri, invece, entrambi i genitori condividono queste responsabilità in modo equo. Ma, in generale, i papà oggi sono più presenti di quanto non lo fossero in passato.

Questa è un’ottima notizia! Infatti, sempre più studi dimostrano che quando un papà è coinvolto nella vita dei propri figli a partire dalla primissima infanzia si ha un impatto positivo sul loro sviluppo.

Inoltre, i papà di solito interagiscono coi loro piccoli in modo più fisico e stimolante: si mettono a fare la lotta sul pavimento o il solletico fino a farli ridere in modo incontrollato. Ma, oltre a questo, sono anche capaci di porre limiti chiari mentre le mamme hanno tipicamente il ruolo di confortare e proteggere i propri bambini.

E, a quanto pare, il modo in cui i papà e le mamme interagiscono con i bambini non è diverso solo durante il giorno. Ricerche ed esperimenti hanno rilevato che i papà si interfacciano diversamente coi propri figli anche durante la notte e, proprio per questo, li portano ad avere un sonno più continuativo.

Intervento del papà durante la notte: come influisce sul sonno del bambino?

Come anticipato, quando i papà vengono coinvolti nella gestione e cura dei propri bambini, questi tendono a dormire in modo più continuativo e regolare durante la notte.

Ma per quale motivo?

In generale, i papà trovano più facile limitare l’interazione durante la notte quando i bambini si svegliano. Le mamme, d’altra parte, sono più propense a intervenire immediatamente per controllare e confortare i propri figli, soprattutto se stanno allattando.

E, quando un genitore interviene in modo immediato durante la notte, il bambino ha meno possibilità di fare affidamento sulle proprie strategie di auto-conforto, con la conseguenza che i risvegli notturni diventano più frequenti e difficili da gestire.

Inoltre, quando le famiglie decidono di apportare modifiche alle routine o alle abitudini del sonno dei loro figli, ad esempio attraverso un percorso di sleep training, i bambini tendono a protestare di più quando sono in presenza della mamma in quanto si aspettano che faccia qualcosa per calmarli (come allattarli o cullarli).

Cosa significa questo nella pratica?

Se la mamma utilizza l’allattamento per addormentare il proprio bambino, il bimbo ricercherà questa stessa condizione per tornare a dormire a seguito di ogni risveglio notturno.

Quando una famiglia decide di aiutare il proprio bambino ad acquisire capacità indipendenti del sonno, quello che si consiglia di fare è di spezzare l’associazione fra la suzione e il sonno. Questo non significa smettere di allattare di notte ma semplicemente utilizzare l’allattamento come fonte di nutrimento e aiutare il piccolo ad addormentarsi ricorrendo ad altre strategie.

Alcune indagini rivelano che quando è la mamma la figura che si occupa di introdurre un cambiamento in queste abitudini, è più facile che il bimbo possa piangere o protestare. Al contrario, quando è il papà che adotta il nuovo approccio, i piccoli si adattano più rapidamente e facilmente.

Perché l’intervento del papà ha un impatto sul sonno del bambino?

Queste scoperte sono molto interessanti, ma forse vi starete chiedendo perché.

Perché il coinvolgimento del papà nella gestione del bambino ha un tale impatto sul sonno? Ci sono alcune ipotesi:

  • Quando mamma e papà condividono i doveri di cura del bambino, spesso i livelli di stress di entrambi i coniugi diminuiscono. Questo supporto reciproco fra i due genitori favorisce un ambiente famigliare rilassante per il bambino e questo ha un effetto positivo sul suo sonno.
  • Varie ricerche hanno dimostrato che lo stress familiare e i problemi coniugali possono essere causa di disturbi del sonno nei bambini (2). In generale, se è un solo genitore a occuparsi delle poppate, del cambio del pannolino e della cura del bambino, questo può determinare una spaccatura nella relazione.
  • Quando c’è condivisione dei doveri parentali durante il giorno, questo si riflette anche sulla gestione del sonno notturno. E quando c’è coerenza nel modo in cui si risponde al bambino durante la notte, specialmente quando vengono implementate nuove abitudini o si affronta un percorso di sleep training, il piccolo si adatta più velocemente.
  • Quando ha la possibilità di decidere rispetto a come si risponde al bambino, il papà può influenzare l’atteggiamento della mamma durante la notte incoraggiandola a non intervenire immediatamente quando il bimbo si sveglia. Dare a un bambino la possibilità di auto-confortarsi può aiutarlo a consolidare il sonno.
  • Quando le mamme lasciano che siano anche altre persone a occuparsi del bambino, spesso si assiste a una maggiore autonomia da parte del piccolo rispetto ai casi in cui la mamma è la sola a occuparsi di lui. E, quando il bambino ha più autonomia, può sviluppare capacità di auto-conforto più rapidamente.

Ora che abbiamo capito per quale ragione la partecipazione dei papà nella cura del bambino può influire positivamente sul suo sonno, vorrei suggere alle mamme lettrici qualche modo per coinvolgere i propri partner in modo efficace.

Come coinvolgere il papà nella cura del bambino

A seconda della famiglia, il coinvolgimento paterno varierà notevolmente in base a molti fattori, ma ecco di seguito alcuni suggerimenti per fare in modo che il papà si senta maggiormente coinvolto nella cura del bambino.

Può supportare le decisioni della mamma e la sua autorità.

Quando i genitori fanno fronte unito, i figli tendono a rispettare l’autorità di entrambi. Se il papà sostiene le decisioni della mamma riguardo alla cura dei figli, soprattutto quando si tratta di dormire, lei si sentirà più supportata e i bambini accetteranno le regole più serenamente vedendo che entrambi i genitori sono in accordo.

I bambini traggono enorme beneficio da un ambiente familiare positivo.

Consapevoli del fatto che un matrimonio sereno e una vita familiare positiva possono avere un impatto sui bambini e causare meno interruzioni del sonno, mamma e papà dovrebbero dare la priorità al proprio rapporto. Anche in caso di genitori separati, mantenere una vita familiare armoniosa è fondamentale. Evitare di esporre i bambini a discussioni difficili ed evitare tensioni fra le mura domestiche è uno dei modi più efficaci per fare in modo che in casa regni la pace.

Mamme, cercate di evitare il gate-keeping!

A volte, le mamme possono avere manie di controllo e mostrare comportamenti che allontanano il papà – si tratta di un fenomeno noto come “maternal gate-keeping“. In alcuni casi, le mamme potrebbero sentirsi più capaci nel far riaddormentare il bambino, non consentendo o non incoraggiando il papà a dare una mano durante la notte. In altri casi, la mamma è convinta di essere la sola a sapersi occupare dei propri figli, in quanto trascorre la maggior parte del tempo con loro durante il giorno.

Si tratta di un atteggiamento che si rivela ingiusto nei confronti del papà che potrebbe – senza volerlo – impegnarsi meno in casa e non essere più sicuro della propria genitorialità. E, al tempo stesso, si crea un circolo vizioso che mette a dura prova la salute mentale della mamma, portandola a rinunciare alla propria vita sociale per paura di dover affidare il proprio bambino a qualcun altro.

“La mamma è sempre la mamma” e su questo non ci sono dubbi: si tratta della persona che ha portato il proprio piccolo in grembo per 9 mesi e non esiste legame più forte di quello fra madre e figlio!

Tuttavia, sebbene sia vero che il rapporto di una mamma con i propri bambini è fondamentale per il loro sviluppo, non permettere all’altro genitore di essere coinvolto nella gestione dei figli può mandare le madri in uno stato di burnout.

Ci sono tantissimi modi in cui è possibile coinvolgere i papà nella vita dei figli, come cambiare il pannolino, nutrirli o intrattenerli. Basta identificare quali sono le attività che, a seconda della gestione familiare, è bene delegare al papà riconoscendolo come alleato e facendo un passo indietro per permettere a lui di essere maggiormente coinvolto.

Come abbiamo potuto rilevare, la condivisione delle responsabilità genitoriali beneficia non solo la coppia e la vita famigliare, ma anche il sonno del bambino! E, dato che un sonno rigenerante e di buona qualità è vitale per tutti i componenti della famiglia, ritengo che valga la pena fare di tutto per renderlo una priorità – notte dopo notte!

Sara

Bibliografia

  1. Coleman, W. L., & Garfield, C. (2004). Fathers and pediatricians: Enhancing men’s roles in the care and development of their children. Pediatrics, 113(5), 1406–1411.
  2. El-Sheikh, M., Buckhalt, J. A., Mize, J., & Acebo, C. (2006). Marital conflict and disruption of children’s sleep. Child Development, 77(1), 31–43.
  3. Ragni, B., De Stasio, S., Barni, D. et al. Parental Mental Health, Fathers’ Involvement and Bedtime Resistance in Infants. Ital J Pediatr 45, 134 (2019). https://doi.org/10.1186/s13052-019-0731-x

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