Finestre di veglia vs segnali di stanchezza: qual è la scelta migliore?

Come consulente pediatrica del sonno, mi viene spesso posta questa domanda: è meglio seguire le finestre di veglia oppure osservare i segnali di stanchezza del bambino?

La risposta breve potrebbe essere che entrambe le strategie sono efficaci, ma la scelta migliore dipende dall’età del bambino e dalle sue caratteristiche individuali.

Ma procediamo per gradi e proviamo a capire insieme se è davvero così!

Le finestre di veglia sono la quantità di tempo che i bambini possono trascorrere svegli prima o dopo un pisolino o tra il risveglio mattutino e la nanna.

I segnali di stanchezza sono i comportamenti che il bambino manifesta quando è stanco. Tipicamente possono includere l’atto di sfregarsi gli occhi e il naso o di toccarsi le orecchie, lo sbadiglio, una maggiore irritabilità e la perdita di interesse in giochi o altre attività di intrattenimento.

Quindi, qual è la scelta migliore?

In teoria, sembrerebbe meglio seguire i segnali di stanchezza del bambino. In questo modo, abbiamo la certezza di metterlo a dormire quando è pronto e – a livello logico – questo dovrebbe facilitare il suo addormentamento. Tuttavia ci sono alcuni problemi con questo approccio. Innanzitutto, i segnali di stanchezza possono essere difficili da riconoscere perché diversi per ciascun bambino. In secondo luogo, i bambini possono non manifestare segnali di stanchezza fino a quando non sono già entrati in uno stato di eccessiva stanchezza che renderà molto più difficile l’addormentamento o la prosecuzione del sonno.

Ecco perché il mio consiglio è generalmente quello di seguire le finestre di veglia: possono aiutarti a capire quando è il momento giusto per mettere a dormire il tuo bambino, anche se non sta ancora mostrando segnali di stanchezza. Osservare finestre di veglia ideali puó aiutare il bambino nella produzione di melatonina, l’ormone che regola il ritmo sonno-veglia, e ad accumulare la giusta pressione del sonno, per addormentarsi in modo rapido e rimanere addormentato.

Ovviamente le finestre di veglia variano in base all’età del bambino: per un neonato saranno di circa 45 minuti, mentre per un bimbo di 6 mesi si aggirano sulle 2,5/3 ore e continueranno ad aumentare gradualmente. Più crescerà, più si allungheranno i periodi in cui riuscirà a stare sveglio senza accumulare eccessiva stanchezza.

Osservare finestre di veglia ideali ti permetterà di creare una routine quotidiana basata su esse, così da evitare situazioni di difficoltà in cui il bambino è già troppo (o troppo poco!) stanco per addormentarsi serenamente e da favorire anche un corretto bilanciamento ormonale (cortisolo vs melatonina) necessario per una nanna serena.

In conclusione, un approccio combinato e ben bilanciato, è il migliore: segui le finestre di veglia come linea guida generale, ma presta comunque attenzione ai segnali di stanchezza del tuo bambino. Ti aiuterà a capire se le finestre che stai seguendo sono corrette. E ricorda: se il tuo piccolo sta iniziando a manifestare segnali di stanchezza, mettilo a dormire prima che sia troppo tardi! L’eccessiva stanchezza è, a tutti gli effetti, il nemico n. 1 del buon sonno.

Sogni d’oro,

– Alessandra

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